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Il Casino dell'Aurora Pallavicini

 
 

 

 

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Video-installazioni:
"Brian Eno"
15 gennaio - 22 febbraio 1987
 »  Place # 16, Works constructed with sound and light
di Roma Suono.
  PRESENTAZIONE
Il "neonato" Ente Roma Suono inizia la propria attività proponendo a Roma l'opera Place # 16 di Brian Eno. Si tratta di una nuova "installazione" - come il maestro definisce i propri allestimenti - dopo il successo di Crystals nel 1984 e la presentazione delle stesse opere lo scorso ottobre nella chiesa di S. Carpoforo in Brera a Milano dove sono state registrate oltre 12.000 presenze ed ampi consensi di critica.

Place #16 si compone di cinque video-installazioni:
- Calypso (un elemento)
- Kate (un elemento)
- Picture from Venice (cinque elementi)
- Crystals (cinque elementi)
- Hanging crosses (tre elementi)
oltre ad una scultura luminosa.

Per quanti non conoscono ancora la forma d'arte con cui Eno in questi anni si esprime, possiamo dire che si tratta di una radicale integrazione tra la forma visiva e la "ambient music" da lui elaborata: una vera e propria produzione multimediale che trasforma lo spazio in cui viene collocata, creando una fruizione completa e ripetibile, non istantanea e ad effetto. Citando quanto scritto da Franco Bolelli presentando l'opera Crystals "... la musica, Eno la tratta da pittore, da regista, da architetto, da alchimista, da incantatore, da arredatore ... Perchè la separazione tra il suono e l'immagine, il colore, il movimento, la parola, il profumo, corrisponde soltanto all'ordine dei limiti, non certo alla forma (organica e simbiotica) del sistema nervoso e sensoriale".

Brian Eno ottiene questa forma simbiotica tra musica ed immagini con una tecnica sofisticata, dove il risultato finale è indipendente dal mezzo tecnologico impiegato. Egli infatti utilizza monitors video, ma non nel modo conosciuto come videoart o videoclips - cioè per creare immagini e forme cromatiche da guardare - bensì come fonte di illuminazione per gli elementi esposti; trae cioè luce e tonalità di colore da programmi video appositamente creati, per illuminare solidi e pitture collocati sopra uno schermo TV non visibile direttamente.

Anche la fusione della musica nel contesto è ottenuta in modo sorprendente, come egli stesso spiega: "... la musica era registrata, all'inizio su ventiquattro piste, poi, invece di registrarla su un master stereo (questo è il normale procedimento per un disco), ho diviso le piste sulle bande video in modo che la musica fosse ascoltata nella sua tonalità mentre tutti i video operavano la diffusione simultaneamente: siccome poi ogni video-cassetta aveva tempi diversi, i differenti elementi musicali si combinavano continuamente formando nuove figure sonore. La musica non era mai uguale. Naturalmente questa musica l'ho composta con questa idea in mente e la convinzione che non sarei mai stato capace di prevedere tutte le combinazioni possibili di questi elementi. Questa separazione degli elementi musicali mi ha permesso di intravedere la musica come fenomeno spaziale".

La problematica che si pone l'autore in queste produzioni è di creare una forma ed un suono osservabili per un lungo tempo come un oggetto, differentemente da come siamo abituati a guardare le immagini di un programma televisivo dove forma e suono sono sempre subordinati ad un racconto, sono ridotti ad un "medium narrativo". Con questo intento Brian Eno crea una vera e propria "Arte degli Incontri": un evento multimediale dove suono ed immagine invitano ad una osservazione attenta, ad una rilettura dei due fenomeni sensoriali ed anche alla riscoperta di una musica d'ambiente, diversa dalla musica descrittiva commerciale di qualsiasi genere, più interiore e spaziale.

Tutto questo ci pare in perfetta sintonia con gli intenti per i quali abbiamo costituito l'Ente Roma suono, e pensiamo di non poter avere migliore occasione per presentarci al pubblico di questa offertaci dall'opera di Brian. Abbiamo pensato di proporla in una collocazione centrale e prestigiosa, come il Casino dell'Aurora di Palazzo Pallavicini-Rospigliosi in via XXIV maggio al Quirinale, con l'intento di promuovere anche una rivalutazione degli spazi artistici, architettonici e monumentali di cui la nostra città è ricca.

Difronte ad una cronica carenza ed inadeguatezza degli spazi pubblici e comunali - programmati con grande confusione ed approssimatezza - che spesso costringono ad una fruizione frettolosa, abbiamo ritenuto importante il coinvolgimento e la rivalutazione di alcune strutture private sensibili ed attente, pronte a recepire progetti culturali garantendone al pubblico una giusta partecipazione. Con lo stesso criterio abbiamo pensato di effettuare un orario di apertura anche serale, adeguato al livello culturale di ogni grande città europea (cosa non ancora realizzata dai principali musei pubblici), ed in grado di soddisfare diverse fasce di pubblico, come ad esempio quello più affezionato all'evento musicale, che particolarmente la sera anima le vie del centro cittadino.










 la Facciata

 le Statue

 gli Affreschi

 la Quadreria





   
   
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