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Casino dell'Aurora Pallavicini versione italiana versione inglese

'L'Aurora' di Guido Reni, 1613-1614

 
 

 

 

interni ed esterni 
ubicazione 


dati congressuali 
ed eventi ospitabili 
allestimenti 










  Preesistenze  
 
I 'Trionfi' di Antonio Tempesta (1555-1630)
Pianta delle Terme di Costantino
l colle del Quirinale deve il suo nome al tempio dedicato a Quirinus, che sorgeva sulla sua sommità, o forse alla città di Curi, dalla quale provenivano i Sabini di Tazio che vennero a stabilirsi su questa altura. Sull'area attualmente occupata dal palazzo Pallavicini-Rospigliosi, sorgeva un tempo l'imponente complesso delle Terme di Costantino.
 
 La storia delle terme è la storia stessa della città 
L'istituzione delle terme è senz'altro uno dei contributi più originali di Roma alla storia dell'architettura e del costume. La storia delle terme è in sintesi la storia stessa della città.
Ai tempi di Scipione l'Africano le terme erano soltanto uno stagno in un luogo riparato, dove "l'agricola" repubblicano andava a lavarsi dopo il lavoro nei campi. Ma già nel IIº secolo a.C. l'abitudine di frequentare le terme si era ormai diffusa, e nel Iº secolo a.C. queste assunsero una forma definitiva: un vasto spazio recintato, capace di contenere un gran numero di persone, con saloni monumentali, bagni caldi, freddi e tiepidi, stanze per i massaggi, palestre, biblioteche.
Quella che in origine era nata come una necessità, divenne così una cerimonia, spesso per colmare il vuoto di una giornata oziosa. "La cura del corpo era, per i romani, ciò che più si avvicinava ad un sentimento religioso, e le terme ne erano il tempio", afferma Lewis Mumford, autore de "La città nella storia".
Il rituale delle terme aveva, comunque, anche un risvolto pratico: l'abitudine alla pulizia personale riduceva gli inconvenienti dovuti ad una situazione igienico-sanitaria piuttosto precaria. Il Mumford prosegue nella sua acuta analisi a proposito delle terme: "Elaborando la cupola e la volta, importate dalla Siria e dall'Egitto, i romani raggiunsero un altissimo livello architettonico. Il cielo per loro non era tanto un limite, quanto un modello. In periodi in cui venivano usate da folle particolarmente numerose, essi seppero dare alle terme o alle basiliche un aspetto che rendeva inoffensiva la presenza di tanti corpi: lo spazio lasciato in alto compensava infatti la pressione delle masse dal basso, e chi alzava gli occhi verso il soffitto poteva respirare e vedere liberamente".
Anche per le Terme di Costantino le dimensioni degli edifici avevano un ruolo determinante. Le affascinanti immagini delle rovine sono giunte fino a noi attraverso le incisioni di artisti come il Du Perac e il Giovannoli.
 
 È probabile che fra quei ruderi si aggirasse Michelangelo 
È probabile che fra quei ruderi si aggirasse Michelangelo Buonarroti, che spesso percorreva la strada delle Terme, per recarsi nella chiesa di S. Silvestro al Quirinale, a conversare d'arte e di fede con Vittoria Colonna. Non è forse da escludere che la drammatica e inquietante grandiosità di quelle rovine abbia provocato segrete risonanze nell'animo di Michelangelo, e che nelle sue opere si possa ritrovare un'eco di tale esperienza.
Le Terme di Costantino ospitavano una serie di grandi sculture marmoree. In particolare, i due colossali gruppi dei Dioscuri, cavalieri del cielo e portatori di luce, con la loro millenaria presenza sembrano essere i depositari del segreto del luogo, i testimoni di un'unica storia, fatta di mille frammenti di vite diverse.
Altri gruppi marmorei del complesso costantiniano subirono radicali spostamenti: le due colossali Divinità Fluviali e le statue di Costantino IIº e di Costanzo furono trasferite sulla piazza del Campidoglio, la statua di Costantino nell'atrio della Basilica Lateranense.
Così, alla fine del XVIº secolo, le grandiose rovine erano rimaste prive di quelle presenze millenarie, che le avevano rese tanto famose e strane agli occhi dei pellegrini medioevali. Le grandi sculture, strappate alla loro storia e collocate altrove dagli architetti della corte pontificia, erano ormai destinate ad accrescere il fasto della Roma papalina.
Proprio di fronte alle rovine, sulla sommità del colle del Quirinale, nel 1574 Gregorio XIIIº diede inizio alla costruzione di un palazzo che doveva essere una residenza estiva. La scelta del luogo era dovuta alla sua particolare salubrità, già nota nei tempi antichi, e alla posizione ventilata del colle, che in estate assicurava una gradevole temperatura. Ma già nel 1592, con Clemente VIIIº il palazzo divenne la sede della corte pontificia, e tale restò fino al 1870, quando divenne la reggia dei sovrani d'Italia. Dal 1947 è la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica.
Le Terme, infine, furono quasi completamente rase al suolo per ordine dei cardinale Scipione Borghese Caffarelli, nipote di papa Paolo Vº; questi, all'inizio dei XVIIº secolo, decise di innalzare, sulla stessa area, un nuovo edificio che gli consentisse di risiedere a pochi passi dal palazzo papale, e non esitò a distruggere l'antico monumento, di cui rimasero pochi residui, incorporati nella nuova costruzione. Non è da escludere l'ipotesi che l'enorme quantità di materiali, accumulati con la demolizione, sia stata utilizzata per la costruzione del terrapieno sul quale doveva sorgere il giardino dell'Aurora, o che addirittura ne abbia suggerito l'idea, anche per le difficoltà pratiche che poneva l'eliminazione dei detriti.








 la Facciata

 le Statue

 gli Affreschi

 la Quadreria





   
   
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